Nuovi gTLD: luci ed ombre (2a parte)

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Prosegue l’articolo sui new gTLD: nella seconda parte vediamo i vantaggi e le nuove opportunità  per il mercato dei domini e la Rete in generale.

Il World Wide Web sta per subire un’enorme espansione così come non si è mai verificato dalla nascita di Internet.
Il numero di estensioni generiche – i 22 gTLD attualmente esistenti (.com, .net, .org…) – è destinato ad aumentare vertiginosamente nel giro di pochi anni, raggiungendo l’impressionante quantitativo di circa 1500 nuovi gTLD (.apple, .bank, .web, .company…) grazie a un loro continuo e progressivo rilascio. Le statistiche ci dicono che nel prossimo futuro il quantitativo di domini disponibili aumenterà del 6000%, una percentuale incredibile che apre la strada a tutta una serie di nuove opportunità per i brand, le aziende e i servizi da queste erogati.

A livello di marketing le possibilità sono molteplici: invece di cercare genericamente informazioni su un modello di auto su cars.com, grazie ai nuovi gTLD sarà possibile raggiungere in maniera immediata e precisa il contenuto che si desidera, ad esempio digitando used.cars per accedere al mercato delle auto usate, nuove.auto per visualizzare i modelli appena lanciati o ancora 2013.mercedes per focalizzarsi esclusivamente sulla flotta di quest’anno di quella particolare marca.

Questo è solo un piccolo esempio delle nuove possibilità che si presenteranno, perché se è vero che passare dai .com a più specifici domini non sia la soluzione a tutti i mali, nessuno può ancora prevedere con esattezza quali innovazioni avverranno. Sicuramente tutta l’industria del Settore e non (gli internet service provider, i web developer, i creatori di app per smartphone, i brand e i futuri Registri dei nuovi tld) sta interrogandosi su come sfruttare al meglio questa opportunità, studiando soluzioni che porteranno in molti casi a modificare la concezione e l’utilizzo della Rete a cui siamo abituati. Provando a fare una previsione, la portata della rivoluzione sarà pari a quella che abbiamo sperimentato con il passaggio al web 2.0.

In particolar modo, i proprietari di brand noti che disporranno di un gTLD proprietario (es. .sony, .apple, .microsoft) avranno la possibilità di trasformare il modo di erogare i servizi online e modificarne la loro fruizione: immaginiamo il dominio di secondo livello come un sito web in versione “app” (tv.sony, playstation.sony, music.sony, movies.sony…), una finestra dedicata a una singola funzione che l’utente sta cercando, con lo scopo di assolvere a un compito ben preciso e con un’interazione studiata appositamente per l’erogazione di quel servizio.

Lo stesso processo è avvenuto nel mondo mobile, dove l’introduzione del concetto di App si è rivelato fondamentale per portare – come mai prima – a un’ampia e veloce diffusione di giochi, sistemi di navigazione, di ricerca di luoghi d’interesse, comunità social, strumenti per lo shopping e la generazione di contenuti come foto e video. Ogni app è confezionata attorno a una specifica funzione raggiungibile in maniera immediata e semplice, creando per un unico brand molteplici applicazioni in modo che ognuna di queste miri a funzioni diverse, piuttosto che seguire il sistema adottato fino ad ora nel web che prevede il singolo accesso generico alla classica home page che presenti in un unico luogo tutta la selezione di opzioni disponibili.
Allo stesso modo, un simile approccio alla navigazione si potrebbe applicare nel design dei servizi basati sui nuovi gTLD che si riferiscono a un determinato brand, prodotto o servizio. Il concetto di home page come singolo punto d’ingresso alle informazioni di un determinato brand è destinato ad affievolirsi, per cedere il passo a molteplici landing page dedicate, con funzioni mirate a una specifica esigenza. Se si verificherà quanto previsto non assisteremo solo a una notevole espansione del mercato dei nomi a dominio, ma anche a quello dei siti web, pensati per soddisfare le più svariate e particolari esigenze.

Infine, un altro elemento di novità sarà costituito dall’introduzione di TLD IDN come .グーグル (“Google” in giapponese) o .москва (la città di Mosca), che in particolar modo a livello nazionale/geografico renderanno più facile e intuitivo raggiungere alcuni servizi locali.

 

Entusiasmo per le novità a parte, quella che si può definire una vera e propria invasione di nuovi domini significherà anche confusione, il serpeggiare di offerte commerciali poco chiare per l’utente e l’aumento del mercato del phishing e di altri sistemi simili volti a frodare il navigatore; ma per chi saprà cogliere l’attimo e farsi trovare pronto significherà anche opportunità reali. Per questo motivo è necessario che gli operatori del Settore si tengano aggiornati in modo da consigliare al meglio i propri clienti. Inoltre, sarebbe opportuno che anche chi non ha al momento una chiara strategia si attivasse fin da subito per “presidiare” i domini che possono essere di interesse strategico, legati al proprio marchio o ai propri prodotti. Come avvenuto agli esordi di internet, dove chi sfruttò l’opportunità di ottenere un .com importante per la propria attività ne beneficiò a lungo (e chi bistrattò l’idea di registrarsi un .com appropriato continua tutt’ora a pagarne le conseguenze), così ora è fondamentale cogliere l’occasione per aggiudicarsi quei domini strategici per il proprio business e non lasciarseli strappare da altri, anche nell’eventualità che al momento non si abbia ancora chiaro come si potrà beneficiarne in futuro.

Considerata la continua crescita d’interesse per i new gTLD, chi non getta le basi per reinventare la propria presenza online potrebbe correre il rischio di trovarsi fortemente svantaggiato nell’internet di domani.

L’avvio di una nuova fase pioneristica – quasi si trattasse di un reset – offre l’opportunità di registrare dei nomi che su altri tld sono da lungo tempo esauriti (si pensi alla crescente difficoltà a trovare un dominio libero che coniughi semplicità e immediatezza), aggiudicandosi con un modesto investimento il proprio dominio di secondo livello su una delle nuove estensioni aperte al pubblico, come ad esempio [nomeazienda].company, [nomelibreria].book o [miavacanza].blog.

Sfruttando questo hype sviluppatosi attorno ai nuovi gTLD, già da alcune settimane alcuni operatori del Settore stanno pubblicizzanndo in rete e sui media tradizionali le cosiddette “prenotazioni“.
Come vedremo dettagliatamente in un altro articolo, queste prenotazioni non forniscono alcuna garanzia che il dominio venga effettivamente registrato: si tratta più che altro di operazioni di marketing che hanno principalmente l’intento di “far cassa” di contatti di possibili clienti e contribuiscono a creare confusione attorno a un argomento già di per sé ignoto a molti (da diversi sondaggi solo una ridotta parte dell’utenza tradizionale è a conoscenza della disponibilità futura di nuove estensioni e ancora meno sa esattamente di cosa si tratti).
 

A livello pratico, il sistema migliore per tutelare la propria attività consiste invece nell’affidarsi al Trademark Clearinghouse (TMCH), meccanismo pensato direttamente da ICANN per agevolare l’appropriazione dei domini basati su un marchio registrato. Sottoponendo il proprio marchio al TMCH sarà possibile garantirsi la priorità di registrare prima di chiunque altro i domini basati su quella specifica parola, man mano che i nuovi gTLD verranno resi disponibili, venendo avvisati nell’eventualità che qualcun altro chieda un dominio potenzialmente di nostro interesse.

 

Per essere chiari, il Trademark Clearinghouse è l’unico sistema efficace per assicurarsi la registrazione del dominio prima dell’apertura del mercato al pubblico, mentre le prenotazioni non sono che una mera espressione della volontà di richiedere un dominio senza sapere quando sarà disponibile, a che costo, sottostando a quali requisiti, costretti a spartirsi l’attribuzione di un unico dominio tra decine, centinaia o addirittura migliaia di richiedenti secondo il principio del “first come, first served”.

Per questo motivo, pur essendoci ancora tempo per organizzarsi (l’intero processo di rilascio dei nuovi gTLD richiederà 2-3 anni per vedersi completato e come abbiamo visto ICANN ha ancora diversi nodi da sciogliere), è caldamente consigliato che chiunque sia interessato ai nuovi gTLD prenda visione della lista e si tenga aggiornato sulle date di rilascio che verranno man mano comunicate, in modo da essere pronti a richiedere il dominio di interesse appena ce ne sarà occasione. Al di là del singolo marchio, ogni azienda dovrebbe verificare al proprio interno quali domini possano avere qualche valore o essere strategici per l’attività svolta, sia nel presente che valutando sviluppi futuri.

 

Ciò che potete fare nell’immediato è spiegare nel dettaglio la situazione ai vostri clienti, facendo presente che la strada è ancora lunga ed evitando di cedere alle facili tentazioni di chi si offre di risolvere velocemente la questione con “prenotazioni” che non hanno alcun solido fondamento, certi che REGdom vi terrà informati sugli sviluppi futuri, dandovi modo di partecipare al TMCH e alle varie fasi di lancio che si susseguiranno.
Contribuire a diradare la nebbia che avvolge l’argomento “new gTLD” è al momento la strada migliore da percorrere per dimostrare la propria professionalità.